giovedì 16 maggio 2013

Telecom e innovazione: una coppia scoppiata

Ex SIP ed ex proprietaria del canale televisivo LA7, Telecom Italia è una azienda che tutti conoscono. Ex monopolista delle telecomunicazioni telefoniche in Italia, è ora una azienda destinata al fallimento.
I motivi sono molteplici, ma quello principe che sta alla base di tutti è il peggiore: è una azienda italiana.

No, non sto dicendo che le aziende italiane fanno schifo, ma che fanno schifo le aziende che hanno una mentalità italiana, ovvero l'insito e viscerale istinto di fottere pesantemente il prossimo. Andiamo con ordine, elencando alcuni di questi motivi.

Nuove tecnologie
Parlare di rinnovamento a Telecom è come far fare a satana una doccia con l'acqua santa. Una parte consistente della clientela Telecom è infatti connessa con cavi vecchi, vecchissimi, spesso risalenti agli anni 70 o precedenti. Cosa vuol dire questo? Che nell'era digitale, in cui internet non è più un plusvalore ma una componente basilare della società, una bella fetta di italiani è arretrata di 30 o 40 anni.

Lo hanno capito molte altre aziende (ma non tutte, e difatti anche quelle finiranno male) che si stanno dotando di una rete proprietaria: gli esempi più evidenti sono ovviamente Fastweb e molti piccoli provider locali (che spesso posano fibra ottica proprietaria, a volte anche con tecnologia FTTS o addirittura FTTH) e i provider di rete mobile come Vodafone, Wind e H3G (per citare le maggiori).
Questi provider infatti qualche anno fa (una dozzina, circa) si sono accorti dell'enorme potenzialità economica delle connessioni in banda larga e di come l'ex monopolista invece si adagiasse sugli allori della maggior rete proprietaria. Cosa hanno fatto quindi? Rinnovamento. Hanno puntato verso nuove tecnologie, come la fibra ottica capillare, il wimax e la banda larga mobile (HSPA2+ e LTE per esempio) per poter fornire agli utenti una connessione migliore.

Il problema infatti non sta nel rame stesso (in Belgio usano tranquillamente il rame per connessioni a 250 megabit per secondo, per esempio), ma nella condizioni in cui versa il cosiddetto ultimo miglio, ovvero il cavo fisico che collega la centrale telefonica prima alla centrale di distribuzione di quartiere, quindi all'utente finale. Questa è la cosiddetta rete di accesso, che ha il costo più alto di messa in opera e manutenzione ma che contribuisce in maniera decisiva sulla qualità del servizio. 
Telecom fino a poco tempo fa affittava la rete di accesso agli altri provider, rendendo le connessioni effettivamente una competizione solo a livello economico e non di prestazioni. Da quando gli altri provider hanno fanculizzato Telecom fornendo un ultimo miglio proprietario e quindi più all'avanguardia, l'utenza Telecom ha iniziato a crollare, proprio perché il servizio di Telecom rimaneva costante (e scadente), mentre i concorrenti miglioravano.

E a tutt'oggi Telecom continua ad usare tecnologie e reti che pare non abbia intenzione di rinnovare, cercando invece di spremere più possibile i clienti finché possiede ancora la maggior parte della rete di accesso. Quando arriverà il momento in cui la rete di accesso proprietaria Telecom scenderà a % troppo basse (e si parla di valori relativamente alti, il 75-80%!), l'azienda morirà: la crescita delle altre aziende sarà sufficiente a consentire di espandere la loro rete di accesso così tanto da cacciare fuori dal mercato Telecom nel giro di un paio d'anni. Fastweb lo ha capito, ed essendo nella pratica il primo concorrente sulle connessioni cablate di Telecom, dal 2012 ha ricominciato a stendere la propria fibra in modo capillare. E così hanno fatto i provider che forniscono connessioni wireless: antenne a diffusione capillare, così da coprire in modo ridondante il territorio a prezzi molto contenuti (il costo di una antenna è più basso sia della fibra che del doppino in rame).

Parti fossili
Cosa intendo con questo? La commercializzazioni di servizi assolutamente inutili. Come il canone o l'obbligo di linea fissa: sempre meno gente telefona con il fisso e usa i cellulari o la tecnologia VoIP, rendendo il canone della linea fissa (ma anche la linea fissa in se e per se) un costo perfettamente inutile che l'utente finale non utilizza.

Sono parti fossili anche il tentativo di commercializzare prodotti vecchissimi e inutilizzabili spacciandoli come novità assolute. Esempio lampante sono l'offerta "Ultra Fibra" e "Cubovision". Sono idee nate morte. Per un motivo semplicissimo:
  • Ultra Fibra: fibra? Qualcuno ha detto fibra? Telecom fornisce la fibra ottica! COL CAZZO. Questa offerta rasenta la truffa, poiché non collega l'utente finale con una connessione FTTH (fiber to the home, con cui la fibra arriva direttamente al modem/router), ma nemmeno FTTS (fiber to the socket o fiber to the street, con cui la fibra arriva all'armadietto di distribuzione del quartiere, quelle colonnine grige che si vedono in giro per le strade ogni 2 o 300 metri), bensì con la FTTC (fiber to the cabinet, con cui la fibra arriva fino alla centrale telefonica, quelle casupole che si vedono in alcuni quartieri, spesso distanti 3-4 kilometri l'una dall'altra) che è già presente in gran parte delle centrali telefoniche e sfruttando la connessione VDSL nell'ultimo miglio. Questo significa che chi vive entro un km dalla centrale potrà connettersi alla STREPITOSA velocità di 30 Mbps (cioè solo 10 mega in più della cara adsl) al misero prezzo di 50€ al mese (più altri 40 di canone fanno 90€ al mese. Mica poco), mentre per tutti gli altri (quasi tutti cioè) non cambierà una beata mazza, dato che oltre il km la tecnologia VDSL ha le stesse prestazioni della comune ADSL2+. Insomma, prezzo più che raddoppiato e prestazioni sostanzialmente identiche. Chiaro di come sia una tecnologia nata morta?
  • Cubovision: grandissima novità? Sticazzi, in gran parte del mondo esiste da decenni e si chiama tv via cavo. L'idea in se sarebbe anche buona, visto che la tv è una enorme fonte di reddito, il punto è che per sfruttare questa tecnologia servono appunto connessioni ad alta velocità, altrimenti il video è di bassa qualità, sgranato e mentre si guarda la tv non si può usare internet. Assolutamente inutile. Lo sapevano benissimo tutti, e chiunque sapeva che sarebbe stato un aborto. E così è stato. Senza connessione ad alta velocità (almento FTTS insomma), la tv via cavo non è sfruttabile per quanto possa essere invitante. Inoltre la tv on demand di telecom esisteva già, ed anche quella era un aborto; ma se vedete che non funziona, perché la riproponete in altra salsa? Continuerà a non funzionare.
Assistenza? No, grazie
Avete mai provato a chiedere assistenza alla Telecom? Un inferno. La maggior parte delle persone si ritira sconsolata di fronte al muro tipicamente burocratico che si ritrova davanti, non solo senza veder risolto il proprio problema ma anche avendoci capito anche meno di prima.

Ora, non so come sia il servizio assistenza di tutti i provider, ma soprattutto i provider locali tendono a fornire un servizio clienti di qualità superiore. Anzi, tendono a fornirlo e basta dato che quello di Telecom è inesistente in pratica. E nel terziario questo è ESSENZIALE: il terziario è il settore dei servizi al cliente, se togli la comunicazione con il cliente il servizio non esiste, è una ciofeca. E difatti...

Abbandonare i servizi funzionanti
LA7 sta conquistando il mercato, è evidente come questa emittente conquisterà una fetta di mercato sempre più ampia. Ed era di proprietà di Telecom, ma è stata venduta di recente. Ma come, finalmente hai un servizio fatto bene e che sta funzionando ed espandendosi in modo lapalissiano e tu ti chiami fuori? Ma è fuori da ogni logica! Sembra che Telecom si stia impegnando a fallire. Assurdo. Anzi, considerando in numero di bancherotte fraudolente che spuntano in Italia, magari non è tanto assurdo.


Questi sono solo alcuni dei motivi per cui Telecom Italia tra una dozzina d'anni fallirà inesorabilmente. Potrebbe ancora salvarsi se si svegliasse a puntare sul rinnovamento, ma avendolo iniziato in ritardo di 20 anni, sarà solo un modo per non affondare. Forse.

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